mercoledì 2 ottobre 2013

E GLI ASINI RAGLIANO

L'uomo nella foto è per me il più grande rapper italiano d'ogni epoca.
Prima che l'hip-hop nostrano finisse in pasto ai clown, girava un fenomeno chiamato Fede. Sì, senza la "z" alla fine.

Banchettava sopra la testa di molti, compagni di microfono inclusi: il cuore di Dafa non bastava a colmare il divario, men che meno il "fluido dir niente" camuffato da cripticità di Fabri Fibra. Quando partiva la traccia, la speranza era che arrivasse alla svelta il suo momento. O che si trattasse di un pezzo solista.

Oggi Federico Sarica è altrove. Con l'inizio del nuovo millennio ha appeso al chiodo il microfono, abbassato la serranda del negozietto d'abbigliamento che aveva con Fritz Da Cat e proseguito verso altre mete.
A chi gli scriveva per dirgli di tornare o per dirgli quanto le sue rime avessero significato, pare non abbia mai risposto. Per lo meno così fu col sottoscritto e con altri miei conoscenti, tutti che al primo disco volevamo fargli sapere che quel risultato era anche merito del suo passaggio.
La penna che non ha mai usato per rispondere a noi, però, ha continuato a scorrere sui fogli, solo transitando dal rap al giornalismo. La stessa mente, due strumenti diversi.

Dall'Area Cronica alla direzione di Vice Italia, poi da Vice ad altri lidi quali la sua Rivista Studio, gli articoli per altre realtà fra cui Il Foglio e, ora, queste partecipazioni TV.
I gossipari del rap italiano, appena l'hanno scoperto, si sono gettati a fare banchetto. Pancia piena e rutto libero, cercando di soffocare in gola il sapore della frustrazione per la propria esistenza artistica e personale, passata e presente.

La risposta Federico l'ha già data a tutti nelle sue Storie di fine secolo, 14 anni fa.
Voi cagategli il cazzo per la giacca marrone e il baffetto su La7. Lui vi aveva già lasciato quanto segue, dicendo ad ogni possibile critico: "Quando vuoi".

Realismo duro, romanticismo puro
un giorno ti do zuccherini il giorno dopo del cianuro
ma lo giuro che pur se pieno di contraddizioni, man
mi vedrai sempre star con la gente
che difende un mondo dove si vende cara la pelle
non ribelle, 
nemmeno omologabile 
nelle tue indagini dici stupidaggini
scrivi stupidaggini, immagini 
schemi insiemi sottoinsiemi 
seri problemi se pensate di parlare con gli scemi
Estremi, mai banali
superficiali se é tempo di fasti altrimenti spessi come dei manuali!
Uguali a nessuno,
per stilo mi infilo e consumo
palcoscenici. Fotogenici? 
Se vuoi farci degli scatti facceli ma dopo tienili
oppure bruciali ma sappi che
non siamo in posa per te
se vuoi parlare di me, devi parlare con me, 
non con chi parla di me, perché
ora si può, si deve, è quasi un atto di fede
sbagliare non si può ora che il mondo ci vede
Facciamo un patto: io mi impegno ad esserci se vuoi
tu impegnarti a star zitto quando non ne sai 
Per ogni roba che scrivi ne scrivo mille,
provoco incendi nelle menti tu scintille...


2 commenti:

  1. io non lo considero il più grande rapper italiano di tutti i tempi, ma sono un suo grandissimo estimatore esattamente come te. un rapper con una scrittura sopraffina, stratecnica senza risultare complicato, ho davvero sempre amato lo stile di fede. a me è mancato moltissimo un rapper come lui in questa scena di clow.
    ora, non vedo perchè bisognerebbe ridere o dargli del "fallito" o cose simili per questa foto, sì, ok, assomiglia a giacomo del trio comico e un sorriso può farlo scappare, non sembra un rapper nè uno che è mai stato lontanamente qualcosa di simile, ma parliamo di uno che ha mollato col rap a livelli pazzeschi quando ha capito come girava il rap in italia e che in un ambito per nulla facile, si è districato benissimo e ora è un ottimo giornalista. ora, quei ragazzini che oggi gli ridono in faccia, voglio vederli alla soglia dei 40anni se saranno ancora rapper duri è puri. è sempre di una facilità disarmante parlare a 20 anni, mentre fai l'università e vivi con mamma e papà col culo coperto e dire sarai un rapper a vita e bla bla.

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    1. Grazie per il commento, Loci.
      Ti dirò una cosa: a lasciarmi basito sono state ben di più le persone di età 30-40. L'infantilità dei loro commenti risalta ancora più di quella dei giovanissimi, specie perché trattasi di persone che militano o hanno militato nel rap per un pezzo e non è che abbiano qualcosa in più da vantare rispetto a Fede, né ora né allora, né artisticamente né professionalmente.
      Inoltre, molto meglio appendere il microfono al chiodo e proseguire seguendo altre proprie aspirazioni, piuttosto che rimanere incollati ad un mic per moda o mancanza d'alternative, diventando la personificazione della rovina di una forma d'arte o di una più semplice umana disperazione. Queste due categorie sono quelle che meritano di essere schernite allo sfinimento, non chi ora con dignità fa il giornalista, il panettiere, il commesso o s'è dichiarato gay.
      In un ambiente capovolto in quanto a scala di valori, però, gli additabili si beccano le osanne e vengono messi alla graticola gli altri. Assurdo.

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