venerdì 29 gennaio 2016

#STORIEDAHIPHOP n°4: LA PIU' GRANDE BOTTA DI CULO DI SEMPRE

Un segreto taciuto per anni, ora merita d'essere raccontato.
Correva il tardo 2006 e stavo per cominciare a lavorare su Palestra di Vita. Giunto a casa di uno dei beatmaker intenzionati a darmi fiducia, mi trovai di fronte alla botta di culo più grande di sempre.


Suono il campanello, lui mi apre la porta. La sua espressione è di pura estasi:
- "Minchia man, non ci crederai mai, sono appena tornato a casa...che botta di culo!!!"
Fra la frase sconnessa, un grido di gioia come ciliegina e la fronte sudata, capisco che qualcosa di grosso deve esser davvero successo.
Un paio di secondi dopo, chiudo la porta e rigirandomi mi trovo sotto gli occhi una visione del tutto simile all'immagine sopra: mani piene di Euro. Piene, letteralmente.
- "Contali, contali!", mi dice. Io davvero mi ci metto, partendo dai pezzi da 50.
- "Minchia", faccio appena in tempo a dire dopo averne sfogliati un po'. Per lui, però ci sto mettendo troppo ad arrivare al dunque.
- "Sono 10mila. DIECIMILA, hai capito?! Diecimila Euro!!!".

Prima che io possa chiedermi l'ovvio, c'è già lui che me lo spiega. Ed è tutt'altro che scontato.
-"Ero appena uscito dal McDonald's con XXXXXXXXX (capireste alla svelta di chi si tratta, altrimenti, ndr) e mi vedo in terra una bustina di quelle per gli occhiali. Una di quelle morbide, c'hai presente? La tocco convinto di essermi trovato un paio d'occhiali da sole nuovi...e invece sento che c'è qualcosa di soffice dentro. La apro appena: vedo soldi. La richiudo subito, mi guardo attorno e non c'è nessuno. A quel punto dico a XXXXXXXXX di muovere il culo, di salire in macchina alla svelta e via che ce ne siamo andati. Ho appena finito di contarli...e vaffanculo, mi ci faccio il disco nuovo!!!".
E via col nuovo atto del miglior tripudio di gioia mai visto. Non manca però il momento di riflessione. Genuina peraltro, tutto fuorché posticcia:

-"Intanto che tornavo a casa ci ho pensato di continuo: chissà chi li ha persi. Eppure io mi son guardato attorno e non c'era nessuno. Mi son tormentato, quasi volevo tornare indietro...ma cosa fai, li porti al cassiere del Mc? Chiedi al primo che passa se sono suoi? E poi, da 'ste parti, tutti 'sti soldi messi così e ritrovati in mezzo ad un parcheggio, di chi vuoi che siano se non di uno spacciatore? Poi chissà se non s'è accorto o se non se li è voluti far trovare addosso o cosa...non è che non ci penso, che mo' magari questo si danna o si prende una manica di botte o cos'altro. Però vaffanculo, alla fine se non li prendevo io se li prendeva il prossimo che passava. E non c'era nessuno lì con l'aria di cercarli, in quel momento. Te lo giuro. E questi vanno tutti per il mio prossimo disco!".
Continua il giubilo, mentre mi fa ascoltare dei beat che paiono scendere dalle stelle.
Ne scelgo più di uno, saluto e guido verso casa.

A distanza di quasi 10 anni da quel pomeriggio, mi rimangono tre cose.
La prima, limpida come se fosse qui con me ancora adesso, è quella sensazione a metà fra la gioia e l'incredulità che si prova quando un artista che stimi decide di darti fiducia e collaborare con te.
La seconda, qui con me ancora adesso, è la diretta conseguenza di ciò, contenuta in Palestra di Vita.
La terza è una riflessione che mi ha accompagnato a più e più riprese nel corso degli anni. Negli anni di crisi, di andirivieni con l'estero, negli anni di budget minimi da destinare alla mia musica, con conseguenze materiali sempre più negativamente evidenti, nonostante -come spesso io dimentico, ma come ogni tanto un susseguirsi di voci mi ricorda- un livello qualitativo decisamente alto: sarebbe cambiato qualcosa nella mia vita se quella bustina l'avessi trovata io?

(PS: si accettano scommesse su chi possa essere il fortunato)

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