martedì 29 novembre 2016

STRANO INCONTRO A MILANO



Non solo strip-club, quartieri popolari e palchi. Specie dopo una certa età, la gente dell'hip-hop comincia a transitare anche per musei.
E proprio alla GAM di Milano è successo quanto sto per raccontare. Avrò sbagliato?

In una sala al primo piano, una persona elogia la scultura a cui mi sono appena avvicinato. Alzo gli occhi, la prima volta a vuoto ma la seconda no: è lui. Diverso, ma lui.
Faccio notare la cosa qualche attimo dopo a chi era con me e sì, ricevo conferma. Rimane però che se non l'avessi notato io, sarebbe passato via liscio.
Uno fra i personaggi hip-hop più famosi degli anni d'oro, certamente, e che oggi rimane comunque noto a molti.  
Scatta il #mioddìochefaccio!?
Saluto, non saluto, lo lascio stare, non lo lascio stare. 
Alla fine siamo un po' colleghi, alla fine abbiamo amici in comune, ma alla fine non abbiamo mai interagito.

Un breve consulto col mio compare e, pur canticchiando un suo famoso ritornello, optiamo per concedergli privacy - e salvarci da eventuali vaffanculo, dato che c'è chi lo descrive come incline.
Tempo di cambiar due sale e, però, ci monta un rimorso che ci trasciniamo dietro per tutta l'ora successiva, mentre usciamo dalla GAM, tentiamo di entrare senza pagare al PAC ma, bloccati dalle solerti receptionist volontarie, deviamo elegantemente e ce la spariamo a piotti fino a quel miracoloso pertugio in zona Castello dove avevamo potuto parcheggiare la macchina. In divieto.

Lo accompagnava una persona, motivo in più per non disturbarlo - secondo noi. E se invece fosse stato il più grande errore? E se invece gli avrebbe fatto piacere? E se invece, dopo esserci allontanati senza proferir parola, queste fossero state le sue parole con chi lo accompagnava:

PERSONA CON LUI: "Che c'hai?"
LUI: "Niente"
PCL: "No dài, cosa c'è? Non ti piace Medardo Rosso?"
L: "Ma va, no, è che sono un po' così. Stavo pensando..."
PCL: "A che?"
L: "Eh, che alla fin fine dopo tutto quello che ho fatto, di me non si ricorda più nessuno. Pure in centro a Milano non ho più presa"
PCL: "Ma che dici?!"
L: "E che ne so, oh. Dieci anni fa avrei pagato per non trovarmi addosso gente, adesso comincio a pensare che siano tutti 'sti capelli bianchi. Devo tingermi?"
PCL: "Ma piantala, ne hai solo qualcuno! E poi sai una cosa? Secondo me prima c'erano due che ti hanno riconosciuto ma non han detto niente. Li ho visti, ti guardavano!"
L: "Ma finiscila..."
PCL: "Tiggiuro!"

Per un saluto, per un saluto e una stretta di mano evitati per pudore forse abbiamo causato dispiacere ad un artista che negli anni del liceo era un ascolto quotidiano.
Amico nostro, grande nostro artista: abbiamo sbagliato, sappilo. 
Tornassimo indietro ti abbracceremmo e ti chiederemmo di cantare con noi, accompagnati dal pianoforte che giace là, silente e triste, nella sala maggiore.

O forse chissà, meglio così, prima che per un ciao mi sciorinassi un "cazzo vuoi" e uno spintone, con sicuro capitombolo su una scultura da risarcire in fantastiliardi al Comune di Milano...

(Però t'abbracciamo! Grande!!!)

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