giovedì 13 giugno 2013

COLLABO: FARSI PAGARE O NO?


Dai tempi in cui era quasi un peccato capitale siamo ora in un'era in cui per molti "il cash giustifica i mezzi". In ballo c'è sempre e solo una cosa: la valorizzazione dei propri sforzi. Quand'è pero' che ci si può considerare soddisfatti?

Se la musica fosse ancora il buon business che era fino a prima del nuovo millennio, la questione non sarebbe granché spinosa: finché si può contare su un rientro o su un guadagno, retribuire i collaboratori è puro investimento, nonché spesa ammortizzabile. Ora che pero' anche il semplice andare in pari è spesso miraggio, come agire?

Lo scenario italiano attuale si divide fondamentalmente in 2:
  • i facciamo gratis, per cui la cosa solitamente si basa sulla stima reciproca e un eventuale scambio di favori artistici;
  • i fuori per il cash, disposti a collaborare con chiunque purché ci sia il gettone.
Da quanto noto, i facciamo gratis sono spesso più in là con gli anni e/o dei rapper; i fuori per il cash, invece, sono (sorprendentemente) molto giovani e/o beatmaker.
Le ragioni alla base di ciò possono essere riconducibili al fatto che un rapper riceva mediamente meno richieste di un beatmaker (categoria molto esposta a "cambi d'idea" o fallimenti di progetti), come anche che un "adulto" (25+) possa avere altre fonti d'introito rispetto ad un giovane che magari studia e vive di mance.

Quel che pero' mi lascia un grande punto interrogativo è quanto segue: avendo appreso da più parti che chi si fa pagare (big esclusi) per un featuring o un beat chiede l'equivalente di un'uscita in pizzeria, mi domando se il gioco valga la candela.
Personalmente parlando, per me conta maggiormente l'artista in questione e la serietà del progetto. Una ventina, o una quarantina, o una sessantina di Euro non valgono l'affiancarmi a gente di dubbia qualità.

Voi che ne pensate? Come vi gestite?
Parliamone.

1 commento:

  1. ...bella domanda anche perchè penso che a livello di disco di major i produttori presenti nell'album non guadagnino una lira.un beatmaker per "guadagnare" al giorno d'oggi o vende beat a gente che rappa da 2 settimane a cifre immense o bo. personalmente penso che se si crea una collaborazione è perchè c'è stima reciproca (ovviamente nel 90% e solo per interesse)tra i due "artisti".Come si può notare infatti il 90% dei beatmakers lavora anche come dj per portarsi a casa il pane.

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