giovedì 8 ottobre 2015

CROWDFUNDING: ISTRUZIONI PER L'(AB)USO

Benvenuti nella nuova era.
Lasciate che vi spieghi come potrei manipolarla se domattina mi svegliassi col "Volpone mode: ON".


Riassunto delle puntate precedenti, poi i dettagli:
  1. Anni '60-'90: l'etichetta ricomprava in blocco i dischi del proprio artista. Conseguenza: ascesa in classifica, clamore & Co.
  2. Anni 2000: epoca iTunes, pure il poraccio di turno si autoacquistava in blocco. Conseguenza: ascesa in classifica digitale, clamore & Co.
  3. Anni 2000-bis: periodo free-download, cifre millantate e inneggi alla "libera musica". Conseguenza: ascesa in classifica da fan-page, clamore & Co.
  4. Anni '10: periodo Youtube, visualizzazioni comprate. Conseguenza: ascesa in classifica da playlist, clamore & Co.
2015: si apre l'era del crowdfunding? Chissà per quanto. Pardòn: chissà per quanti.
Il conto da farsi è semplice: quant'è la commissione del tal sito? 15%?
Bene, quindi gestiamoci come per iTunes: autocompriamoci. Tiriamo fuori 10mila Euro e ce ne rientreranno comunque 8500.
Quel che resta giù è l'equivalente di UN mese di promo da parte di un ufficio stampa, con nessuna garanzia di risultato. Il gioco, perciò, vale tutta la candela. Anche perché il clamore degli "a furor di popolo" si è visto quanto faccia presa, sui media come sulla gente. E come per le views di Youtube, è assai probabile che una bottarella iniziale inneschi una dinamica grazie a cui la folla poi accorra davvero.

Non mistificate. Prendete il discorso per ciò che è: un resoconto tecnico su una strategia di promozione che chiunque può tentare.
Ne vedremo 1 sano e 9 farlocchi. Questa la mia previsione.
E i veri geni restano gli ideatori di certe realtà on-line. Loro che, in qualsiasi caso, di chiunque siano i soldi, il gettone per far andare la giostra lo incassano comunque.

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