giovedì 23 maggio 2013

MORENO? NO GRAZIE

In una delle scorse notti ho fatto un sogno: rendevo note a Maria De Filippi le mie perplessità circa il trattamento riservato al rap nel suo programma. Lei, glaciale, mi rispondeva dicendo: "Pensa ciò che vuoi, sai quanto conta la tua opinione...".
Quindi eccomi, in pieno contrasto con il subconscio, che evidentemente tramite quel sogno cercava di dissuadermi.

Se Moreno non avesse completato con Amici il percorso intrapreso con Tecniche Perfette e MTV Spit, non sarei nemmeno qui a parlarne. Per me rimarrebbe il ragazzo a cui avevamo riservato un passaggio a Streetbeat ai tempi degli Ultimi Aedi perché c'era piaciuto il loro lavoro, punto.
La sua epopea nei meandri di Mediaset, però, sta sgretolando due pilastri fondamentali che hanno sin dagli albori retto sia il rap in sé stesso, sia la sua collocazione nella cultura hip-hop:
  1. niente cover. Aspetto da santificare più che le feste, specialmente nel panorama musicale italiano, saturato ed appiattito dalla massiccia presenza di mostri quali le cover band;
  2. niente pezzi scritti da altri. Dalla notte dei tempi del rap, il ricevere assistenza parziale o totale nella stesura dei testi (rimari, co-autori, ghostwriter) è stato inteso come la testimonianza dell'incapacità del soggetto nell'assolvere il proprio compito fondamentale. Con Moreno, invece, per la prima volta nella storia troviamo addirittura il vanto dell'avere nel disco "pezzi scritti con...".
Il minimo comun denominatore di tutto ciò è il 1° comandamento della cultura hip-hop: "do YOUR thing", cioè "fai-il-tuo". Parliamo proprio di ciò che ha reso le 4 discipline (cioè, per i neofiti: rap, DJing alias "il mestiere del DJ", breaking -alias "break dance"-, e graffiti -alias "aerosol art" o "writing"-) quello che effettivamente sono: una ventata d'aria fresca in settori artistici rimasti a lungo stantii, replicanti, arrugginiti. Venire meno a questo principio mette a repentaglio la maggiore virtù di questa eccezionale forma d'arte.

Inoltre, quando si parla specificamente di rap c'è da fare il seguente ragionamento: diversamente dal canto, qui l'abilità vocale richiesta è minima. Se quindi un'interpretazione da parte di terzi di qualsivoglia canzone di un Andrea Bocelli servirà a confrontare le rispettive abilità vocali, nel rap la questione non si pone: non servono doti per ripetere a pappagallo le strofe di un altro.
Nel rap la competizione ha luogo su un terreno differente, cioè quello del saper incastrare al meglio rime contenutisticamente originali e particolari nella combinazione metrico-fonetica (il cosiddetto "flow"). La vera abilità, perciò, la si testa soprattutto quando sul medesimo beat due MC's mettono a confronto la propria capacità creativa. Per esemplificare, Moreno che ci rappa "Ohi Maria" non significa nulla; diverso sarebbe stato se Moreno avesse scritto almeno due strofe a tema sul medesimo beat: qui sì che avremmo testato le sue capacità in relazione a quelle del J-Ax anno 1994.

Ad alcuni, a questo punto, sorgerà una domanda: 
"Matt, ma dove sono i VAFFANCULO?"
Purtroppo per voi mi confermo persona fuori moda, e proprio nel momento in cui qualche mio collega si è fatto largo sfanculando molteplici soggetti (ma contemporaneamente -notiamo- abbassando la cresta di fronte a personaggi più maturi e tosti, "invitando al dialogo" anche in seguito a sonori insulti ricevuti) io anziché una sbraitata preferisco proporre un ragionamento pulito e, se vogliamo, pure un po' "scientifico" poiché prevalentemente basato su elementi oggettivi.
Proseguendo, quindi.

AMICI COME ZUCCHERO
Se il Fornaciari nazionale aveva "bisogno d'amore, perdio!", Amici il bisogno si è ritrovato ad averlo di rap. Vuoi per le tendenze del momento, vuoi magari anche perché non si poteva stare fermi dopo il capitolo Morgan Ics nel principale talent show concorrente. Vuole però il vitocatozziano destino porco bastardo che il rap stia al canto come il salto in lungo al salto con l'asta. Da qui l'evidente corto circuito gestionale, con soprattutto l'innesto delle insensate cover nel tentativo di fornire terreno comune con la categoria "canto" e, non ultimo, rispettare le esigenze televisive. La manovra sta snaturando il rap, declassandolo spesso ad un gesto artistico da merlo indiano anziché fornire il giusto terreno per esaltarne le doti creative (che gli altri cantanti possono bypassare, in funzione del concentrarsi sulle spiccate doti vocali/interpretative di cui il canto necessita).

IMPRECISIONI STORICHE
Chiariamo comunque che Moreno non rappresenta un primato in quanto rap ad Amici, come invece Universal va dicendo, perché si era tentato nel 2001 con Michael Calandra, membro del collettivo romano La Squadra. Anche lui a fare un buon numero di cover, tra l'altro. Il tutto finì nel nulla a causa del disinteresse della massa (e non solo) nei confronti del rap nostrano in quei periodi. 

CLEMENTI', TUTT'APPOSHT'?
Dall'inveire sulla porta di Amici ai featuring con il prodotto della linea rap del marchio. Cambiare idea nella vita ci sta, ma a questo punto che senso ha mantenere un tale video caricato sul proprio canale Youtube? Fossi Maria, sguinzaglierei Costantino.

BUSINESS IS BUSINESS
Mettiamo da parte per un attimo le pretese artistiche di noi 4 talebani dell'underground, certamente frustrati perché non scopiamo abbastanza (specie da quando usiamo l'aspirapolvere). Facciamoci quindi avvolgere da un fascio di luce ed eleviamo gli spiriti verso la grande Comprensione: Moreno nel mainstream funziona e -soprattutto- soddisfa la remunerativa fetta di mercato teen, al pari di come nella letteratura fa un maestro quale Federico Moccia.

PROGETTI PER IL FUTURO
Fossi figo, frequenterei il locale giusto. E mi candiderei pure per quanto segue, ma se il fiuto non m'inganna direi che potrebbe esserci già un papabile. Ad Amici mi pare manchi un "rap coach". Casomai tale posizione venisse istituita -o per lo meno si ripiegasse sull'avere un giurato che mastichi una minima la materia- scommetto non andrei molto lontano nel tracciare seduta stante il pacioccone identikit di chi andrebbe a ricoprirla. Ebbravo l'innominabile amico mio (che, tra l'altro, colgo l'occasione di ringraziare per un cortese messaggio privato inviatomi di recente tramite FB)!

SPAZIO RETORICA
Di tanto in tanto qualche sofista tuona: "E' grazie al mainstream che l'underground può avere visibilità!". Spiacente, ma è una retorica che non basta più, specie quando persone di talento come ad esempio quelle qui menzionate stanno arrivando al capolinea artistico con un pugno di mosche in mano, mentre altre vengono fatte passare al livello superiore per il #faccinokarino, i tatuaggi a muzzo, la malleabilità & Co.

Esattamente da qui viene il mio "no grazie". Non specificamente a Moreno, ma a tutti i moreno passati, presenti e futuri: veicoli tramite i quali l'arte del rap viene presa dall'underground, geneticamente modificata e rigettata in pasto alla massa. E pensare che certe tribune mediatiche mainstream sarebbero una manna dal cielo se gestite più accuratamente.

A questo punto mi accomodo in poltrona e attendo che uno o più dei chiamati in causa o dei "coinvolti di sponda" si muova per travisare a piacimento e farmi la ramanzina. Moreno stesso, oppure Fabri Fibra (fondatore dell'etichetta Tempi Duri e co-autore di vari testi di Moreno), oppure Clementino (compagno di microfono sull'album), oppure Paola Zukar (Universal), oppure Mastafive (neo-direttore artistico di Tempi Duri), oppure ancora lei, perchè no, la donna che popola i miei sogni: Maria De Filippi. O chicchessia di qualsivoglia entourage. Rispondo da subito a tutti con una citazione: bòni, state bbòni.
In fin dei conti questa non è altro che pubblicità gratuita. Non funzionava mica che "basta che se ne parli"?

13 commenti:

  1. Che faccia di cazzo che ha quel Moreno. Distruttore di una cultura, da mettere al rogo lui e tutte le bimbe minchia che lo sostengono! solo odio

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  2. secondo me... questa è l'unica fine che si merita sto coglione!

    http://www.youtube.com/watch?v=uZvPlG_q9ZQ

    copiatevi sto link e guardatevi sto video ahahahaha

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  3. Questo articolo merita spazio e lettura per un primo unico motivo sufficiente, a mio avviso: chiarisce i punti chiave che reggono il Rap come genere musicale (che può comunque essere intrattenimento, purché coi giusti "dosaggi") e, in seconda battuta, sulla cultura Hip Hop.

    Illuminante riportare il primo comandamento visto che molti nomi dell'ambiente, più o meno noti, sembra se lo siano dimenticato. Meglio scrivere così, senza troppe pretese, che inneggiare a guerre o aspiranti tali per mezzo web a chi è più visibile. Con annessi slogan. Discorsi francamente puerili che escono dalla bocca di 30enni. Tristezza infinita.

    Quanta gente mi ha perso punti in questo modo. Una marea di post dove tutti parlano. E' sufficiente tradurre tutto in dischi/tape/strofe e alla fine il valore chi vuole riconoscerlo lo riconosce.

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  4. Per quanto Moreno sia la brutta faccia del Rap in Italia e come lui tanti altri, mi sembra poco logico perdere tempo a odiarlo e buttarci fango sopra. Quello che merita è l'indifferenza mentre su questo blog e su molti social non fate altro che aumentare la sua notorietà. Siamo stanchi di coloro che invece di spingere roba vera si lamentano di quella altrui: Sosteniamo i veri rapper che meritano e diamo l'abbandono a queste maschere della società.

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    1. La differenza fra questo luogo della rete ed altri risiede in quanto segue:
      -ho scritto questo post non per gettare fango a caso, ma per motivare in maniera circostanziata il mio "no grazie" al soggetto in questione e simil-tali;
      -dovresti dare un'occhiata all'intera sezione LOUNGE per vedere quanto qui si stiano spingendo i meritevoli ed elevando le discussioni. Troverai di sicuro tanti spunti validi

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    2. Si ho già avuto modo di leggere l'articolo nella sezione LOUNGE e aprezzarlo, comunque pensi che i veri appassionati del Rap Underground non conoscano già le motivazioni da te elencate? Per l'appunto nessuno potrà cambiare le cose sulla scena italiana con degli articoli, i lettori saranno comunque tutti d'accordo con il tuo "NO GRAZIE". Invece di far ridere chi si sente superiore a tutto questo diamo una mossa elaborando un Rap che "scavalchi" maggiormente di qualità quello proposto dal Mainstream. La rivoluzione sta nella MUSICA.

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    3. La rivoluzione sta nella promozione, perché la musica buona c'è già...ma spesso non ha fondi per promuoversi

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    4. Il problema non sta in Moreno, Amici o quant'altro.. ma nell'intera società. Il mondo purtroppo è fatto per pochi, dovrebbe essere un orgoglio non entrare nel Mainstream.. l'obiettivo è quello di centrare le aspettative di questi pochi, hai nominato Salmo.. fino ad'ora penso che nessuno come lui ci sia riuscito.

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